Nel novembre 2017, vede la luce il Centro di Medicina Integrata e Ginecologia Sistemica, dopo una gestazione durata alcuni anni, nei quali lo studio, la ricerca, il confronto e, soprattutto, la volontà di dare forma alla cura o meglio all’aver cura dell’Uomo nella sua unicità, unità, integrità e totalità, hanno orientato i nostri sguardi e guidato i nostri passi, per giungere alla meta, che non è intesa come fine bensì quale inizio.

La dicitura “centro” conduce immediatamente il pensiero a un luogo fisico, ma ciò sarebbe riduttivo e limitante. In realtà è, innanzitutto, un simbolo espresso attraverso una forma geometrica, per sintetizzare i principi che ci hanno spinti a realizzare questo progetto e a condividerlo.
È il centro verso il quale convergono i raggi del cerchio, i quali rappresentano le discipline, i saperi, che, da tempo immemore, accompagnano l’uomo lungo il cammino evolutivo. Attraverso tale immagine, i raggi-saperi divengono manifestazioni della Conoscenza (il cerchio, appunto) non parcellizzata e non separata in mille rivoli, ma proiettati verso l’unità a cui da sempre l’uomo stesso aspira. Egli ha così tra le mani il compasso, la cui apertura per disegnare la circonferenza è correlata alla capacità di “aprire” il proprio pensiero, di espanderlo, scevro di preconcetti e pregiudizi, che limitano l’accesso alla Conoscenza, la quale, quando è autentica, non rende solo eruditi, ma innanzitutto liberi pensatori e uomini consapevoli.

Nel passato, un interessante aneddoto circa l’impiego del compasso ci conduce a Galileo, il quale istruì al suo uso alcuni sovrani europei: il principe Giovanni Federico di Alsazia, l’arciduca Ferdinando d’Austria, il langravio Filippo di Assia e il duca di Mantova. Che forse apprendere a utilizzare tale strumento significasse per questi uomini potenti attingere ad altre conoscenze? Il centro, i raggi, il cerchio, la circonferenza e… il compasso: quanto ci sarebbe ancora da scoprire! Per noi, l’apertura del compasso, si traduce in una visione interdisciplinare e multidisciplinare, nella quale la Medicina Integrata è scienza, ma anche arte ed è pure – come affermò un filosofo del passato – una disciplina umanistica che deve sapersi occupare, prendersi cura dell’uomo nel corpo, nella psiche, nello spirito, nel suo essere parte del Tutto e nell’avere il Tutto in sé.

Coloro che sono attenti alle trasformazioni sociali e culturali in atto, e sono orientati alle cosiddette medicine non convenzionali, hanno sicuramente più volte letto nelle proposte terapeutiche l’attributo “integrata”, che rappresenta la volontà (di indubbio valore) di dar vita a un dialogo fra le medicine: convenzionale e non, affinché non vi sia contrapposizione o conflittualità, ma integrazione e interazione, in nome della salute dell’individuo.

Ma se la Medicina Integrata è uno dei raggi che converge verso il centro-Uomo di questo cerchio non può non dialogare con gli altri e di conseguenza non può non interagire con le altre discipline, con gli altri saperi, perché la natura autentica dell’uomo non è scindibile o separabile, seppure ci siamo convinti di ciò per poterlo esaminare, analizzare, ma nel farlo l’abbiamo perso, avendo smarrito la sua stessa integrità.
Nell’antichità, prerequisito dello iatròs agathòs, del “buon medico”, era non soltanto la “tecnofilia”, l’amore per l’arte, ma anche la “filantropia”, l’amore per l’uomo. E quando l’uomo è ammalato, ha paura, soffre. E quando ha paura e soffre domanda aiuto e, probabilmente, ancor prima comprensione, per dare significato a quell’esperienza, che lo disorienta.

La sofferenza, infatti, è caratterizzata dalla mancanza di senso dell’esperienza dolorosa che si vive, ma dovremmo rammentare che la ricerca del significato è, per definizione, qualcosa che va al di là del dominio della scienza. Ed è per tale motivo che siamo convinti che, come è accaduto per la psicologia, anche discipline non scientifiche, ma umanistiche e artistiche debbano affiancare la Medicina, affinché essa possa operare al meglio.

Non per separare, ma ancora per unire, correndo lungo il raggio della Medicina Integrata, abbiamo volto lo sguardo alla Ginecologia, non intesa nel senso comune, quindi come specialità, poiché se di Conoscenza parliamo, come potremmo dimenticare l’antica incarnazione della Sophia-Sapienza, dell’energia femminile che concepisce e crea?

E allora chi è stato ostetrico e ginecologo per molti anni, accompagnando le donne nelle varie fasi della vita, in esperienze gioiose, ma anche dolorose, in salute e in malattia, ha compreso che spesso la Conoscenza s’incontra avendo cura di loro e scoprendo connessioni inattese e talora straordinarie, sino a giungere ad avvalorare la Ginecologia Sistemica, ove tutte le parti sono in relazione in questo meraviglioso universo femminile capace di creare, anche senza l’atto procreativo.

Ed è così che, all’interno del cerchio, nel quadrato di Leonardo, abbiamo posto la Donna.

Roberto Varrasi - Anna Teresa Iaccheo

Roberto Varrasi : Medico Chirurgo, Ginecologo, Sessuologo, Psicoterapeuta, Ipnotista - Anna Teresa Iaccheo : Psicopedagogista, Naturopata, Esperta in Discipline bio-naturali e olistiche, Ricercatrice in psico-sociologia della salute e presso il Centro di Medicina Integrata e Ginecologia Sistemica
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