La situazione ansiogena rispetto alla sessualità si sta diffondendo fra i maschi di ogni età e ceto sociale e, con diverse modalità, anche tra le femmine. Un fenomeno che giustifica la domanda: problema sessuale o disagio sociale?
Per i maschi, le disfunzioni sessuali più comuni comprendono: l’eiaculazione precoce (ma anche ritardata o impossibile in vagina), il deficit erettivo e le forme miste. Per le femmine: la dispareunia, il vaginismo, il deficit della lubrificazione vaginale, l’anorgasmia coitale. Per entrambi: il calo del desiderio e della percezione del piacere e, all’opposto, la frenesia nel raggiungerlo. Tra i falsi miti e le aspettative prestazionali per entrambi i sessi, l’uomo è sempre più condizionato dalla dimensione del suo pene e dalla durata del rapporto sessuale, tanto che l’OMS ha stabilito i parametri della normalità rispetto alle misure e ai tempi del rapporto. Le donne sono sempre più competitive e sono influenzate dalla moda e dall’estetica: viso (soprattutto, le labbra, gli zigomi e l’acconciatura), seno, genitali, fianchi, cosce e glutei. Uomini e donne sono sempre più attenti all’apparenza e alla prestanza fisica e modellano il corpo con ore di palestra, tatuaggi, piercing e ritocchi estetici.
Per gli adolescenti e i giovani adulti, la mancanza di educazione (alla sessualità, alla procreazione consapevole, all’affettività, alla relazione, alla coppia), la disinformazione – o meglio, la cattiva informazione -, le aspettative riguardo al piacere e al ruolo sociale hanno condotto a focalizzare l’attenzione sui genitali, sul corpo e sulla prestazione. L’insufficiente conformità agli attuali modelli culturali e sociali ha generato: scarsa autostima, insicurezza, senso di inadeguatezza, ansia, frustrazione, paura del giudizio, del rifiuto e dell’abbandono. Parafrasando Bauman, oggi prevale una sessualità liquida, ma priva di contenitore, di forma e di valori, che ha condotto a una deriva sociale, relazionale e sessuale. Fra le cause: la superficialità, la confusione dei ruoli e la mancanza di dialogo; talvolta, l’insorgenza di una disfunzione sessuale e/o di un problema ai genitali, evidenziano un disagio personale e/o di coppia, che non trova altro modo per essere esplicitato.
Di conseguenza, sono in costante aumento: le dipendenze, come fuga dalla realtà e dalle responsabilità (l’uso e l’abuso di farmaci, di psicofarmaci, di superalcolici e di droghe) e il pericoloso fenomeno dello “sballo”; il ricorso alla medicina e alla chirurgia estetica; l’attenzione al corpo (estetica, tonicità, prestazione); la rinuncia alla relazione – sostituita da incontri brevi e/o occasionali, orientati alla mera soddisfazione di un bisogno -; la ricerca del piacere e della trasgressione (ansia da appagamento); l’uso di sex-toys, di coadiuvanti erotici e della pornografia; l’erotismo virtuale (sexting, chat e web); i rapporti sessuali occasionali organizzati dai siti della rete (incontri e scambio); le malattie sessualmente trasmesse.
Da adulti, la perdita della prestanza fisica e sessuale e, in alcuni casi, della fertilità, causano per entrambi i sessi: frustrazione; disistima personale, relazionale e sociale; senso di colpa; incertezza per il futuro; la ricerca dell’appagamento, della trasgressione e del riconoscimento sessuale e di ruolo fuori dalla coppia originale e, spesso, la fine del rapporto.
Secondo il modello dualistico di Cartesio, l’uomo viene ancora considerato come mente e corpo: la mente coordina le scelte e le relazioni; il corpo vive la materia, deve rispondere ad adeguati requisiti estetici e prestazionali, può essere riparato quando si guasta e la sessualità è una sua funzione o disfunzione. Secondo questa visione, il fine del rapporto sessuale, a parte i casi ove necessita la procreazione, è l’orgasmo; ma di quale piacere stiamo parlando? Del corteggiamento, della seduzione e della conquista? O del corpo fisico o della relazione?
Inoltre, dobbiamo ancora considerare la storia di ogni individuo: i vissuti; le emozioni, i sentimenti che accompagnano ogni azione, ricordo, pensiero, fantasia della nostra esistenza; l’esperienza sessuale.
Oggi, “fare all’amore”, un detto che dall’originale significato dell’agire l’amore, anche sessuale, fra due individui, si è trasformato progressivamente nel “così fan tutti”, “facciamolo strano”, “ricerca di appagamento e di trasgressione”, “valenza sociale”. L’esaltazione dei propri bisogni (libertà, piacere, affermazione, potere, controllo), la necessità del riconoscimento (personale, familiare, relazionale, sociale), l’appagamento dei sensi, la fuga dalle responsabilità e dai sentimenti hanno ridotto la sessualità a “funzione”: un mero strumento di piacere. Ciò ha causato un’ulteriore esaltazione dell’Ego a sfavore del Noi e la perdita dei valori della sessualità, intesa come intimità, complicità, desiderio, comunione, condivisione, dono fra individui (ove per individuo si intende un’entità bio-psico-socio-eco-spirituale), dotati di un corpo e di una mente, ma anche di spirito. Le emozioni, i sentimenti e fra questi l’Amore, in tutte le sue manifestazioni, ci rammentano che apparteniamo all’umanità: un piccolo, ma meraviglioso progetto nell’Ordito divino.
Roberto Varrasi
Centro di Medicina Integrata e Ginecologia Sistemica